Non è la prima volta che viaggio per lavoro nei paesi baltici. Due volte in Lituania, 2 volte in Lettonia (quest’ultima di passaggio), ora in Estonia. Per andare in Estonia, a Tartu, il modo piú semplice é stato atterrare a Riga, affittare una macchina per arrivare dopo 250 Km alla meta. L’aeroporto di Riga è piccolino ma accogliente e ben organizzato. La cittá moderna circonda un piccolo centro storico. Le macchine costose ci parlano di un benessere, forse in calo, ma ancora presente.
Sembra che il calo sia dovuto ai “soldi” fantasma dei giri finanziari americani venuti alla luce qualche anno fa. Le strade poco frequentate diventano poco curate quando ci si allontana da Riga. Un paesaggio essenzialmente piatto con molti boschi e acquitrini, poco popolato. È il tardo pomeriggio e il tepore del giorno lascia spazio alla brina che nei campi crea una coperta di nebbiolina sospesa. L’arrivo in Estonia é annunciato da un cambiamento di paesaggio. Le strade e le case diventano improvvisamente piú curate. Le strade sono affiancate da piste ciclabili frequentate da pattinatori e sciatori a rotelle oltre che da ciclisti. L’arrivo a Tartu diventa la naturale conclusione di in viaggio rilassato attraverso questi paesaggi naturali. Tartú è la città universitaria per eccellenza, da sempre frequentata anche dagli studenti degli altri paesi baltici. Cittá piccola, pulita, tranquilla con un ingresso monumentale dell’università con facciata a colonne neoclassiche. Arrivo tardi per il comitato esecutivo della Societá europea di riabilitazione, si mangia di fronte ad una birra locale con i colleghi italiani e francese parlando del lavoro che ci aspetta nei giorni successivi. Le riunioni con i delegati Europei é duro ma permette di omogeneizzare la riabilitazione in europa e scambiarsi idee ed esperienze per migliorare la qualità dell’intervento.
Queste riunioni offrono anche l’occasione di riflessione sulle realtà locali ed è interessante soprattutto nei paesi che ruotavano intorno alla ex unione sovietica. In questi paesi il comunismo è sinonimo di dolore ed oppressione anche per coloro che hanno idee che in Italia definiremmo di sinistra. I Lituani che hanno subito feroci deportazioni di massa in siberia in epoca staliniana per contrastare l’opposizione di matrice cattolica, i Lettoni che forse mantengono qualche filo diretto con la tradizione russa e gli estoni che hanno puntato sulla modernizzazione nel rispetto della tradizione contadina. É così che in Estonia troviamo accessi internet gratuiti ovunque per strada ed in albergo. Le aziende emergenti sono in gran parte proiettate al web. L’Estonia é l’unico dei paesi baltici ad essere passato all’euro. Il bassissimo debito pubblico, l’essere tra i primi in classifica per democrazia e libertà di stampa ne fanno uno dei paesi modello. Molti giovani, molta voglia di fare, organizzazione discreta ma perfetta. L’Estonia è abbastanza unica anche per la lingua, di origine finnica a differenza degli altri stati. Anche in epoca sovietica la loro era rimasta la lingua principale con l’obbligo di imparare il russo come seconda. Oltre a questo dovevano imparare gli inni dei partiti comunisti di tutte la nazioni. La collega estone, pur non conoscendo l’italiano sa cantare Bandiera Rossa. Mi diceva che quando era più giovane i cantanti italiani erano molto famosi, con Drupi in prima fila.
Prima di tornare i colleghi ci hanno fatto fare un giro nella campagna Estone, un viaggio sulla via della cipolla. Infatti, la cipolla è uno degli alimenti di punta prodotti. Le condizioni climatiche sono ottime per le coltivazioni a primavera. L’inverno è caratterizzato da neve per diversi mesi con il grande lago ghiacciato. Lo scioglimento del ghiaccio si traduce in un allagamento delle campagne dove, al ritiro delle acque vengono piantate la cipolle. Il commercio delle cipolle era molto più fiorente durante il periodo russo, ora il commercio è limitato dalle leggi protezionistiche russe. Oltre a questo ovviamente la pesca al lago anche quando è ghiacciato é un’attività importante. Paesini di lago dove non è facile vivere. Abbiamo visitato un museo/casa di accoglienza della religione ortodossa dove la confessione si fa di gruppo e diventa un gruppo analisi. In conclusione, è molto interessante notare la vivacità di questi paesi, la voglia di fare, la presenza diffusa di giovani in attività. Questo é un determinante comune degli ex paesi dell’est. Anche in questo senso sono da prendere in qualche modo da esempio, in Italia, se non rispolveriamo la nostra potenzialità creatrice, non credo che avremo molte possibilità.
Set 08