Carlo Cottarelli, il direttore del Dipartimento finanza pubblica del Fondo monetario internazionale, scelto da Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni per guidare la nuova spending review nel comparto pubblico.
E’ l’occasione per commentare le nuove linee di revisione della spesa che verranno portate avanti. Cottarelli individua due fattori dirimenti: l’invecchiamento della popolazione e l’innovazione tecnologica. Questi dovrebbero essere i principali elementi sui quali confrontarsi nei prossimi decenni.
Analisi condivisibile anche se io parlerei non solo di invecchiamento ma di aumento della disabilità in generale visto in generale la maggiore sopravvivenza di condizioni che fino a pochi anni fa sarebbero deceduti.
La ricetta di Cottarelli si basa essenzialmente su cinque linee di intervento:
- più concorrenza e più libertà di scelta del paziente tra assistenza pubblica e assicurazioni private (choice across providers and insurers), un combinato disposto che, da solo, potrebbe produrre quasi mezzo punto di Pil di risparmi;
- e poi appalti e gestione, il cui maggiore controllo porterebbe ad un altro 0,37% di Pil di risparmi;
- poi la definizione di un tetto di spesa alle singole voci che, se ben strutturato, porterebbe a un altro 0,26% di Pil risparmiato;
- e ancora una più attenta selezione (gatekeeping) della domanda, con risparmi nell’ordine dello 0,08%
- e infine l’ottimizzazione del lavoro e dell’utilizzazione delle tecnologie dalle quali si può attendere un ulteriore 0,05% di Pil di risparmi.
1) Per quanto riguarda il primo punto la maggiore concorrenza tra pubblico e privato non necessariamente produce risparmi e aumento di qualità. Infatti, la prospettiva profit, se non ben gestita, potrebbe prevedere un aumento delle prestazioni in una prospettiva di guadagno inducendo spesa sull’inappropriatezza, più prestazioni, più guadagno. La prospettiva vera dovrebbe essere quella della definizione di priorità basate sull’appropriatezza e il privato può entrare a supportare l’attività sanitaria definita su questa base. In particolare il problema si pone nelle emergenti condizioni di cronicità dove alle singole prestazioni sanitarie dovrebbe sostituirsi una presa in carico della persona disabile. Ad esempio, prenotare prestazioni diagnostiche in diversi giorni spesso in diversi ospedali diventa costosa, soprattutto per i pazienti e per coloro che debbono accompagnarli. Presa in carico significa che se il paziente deve fare una serie di accertamenti per definire un problema lo deve fare nello stesso giorno e nello stesso ospedale con lo specialista di riferimento che sintetizza il risultato e fornisce pratiche informazioni per la migliore gestione possibile della malattia e della condizione di disabilità. Questo significherebbe risparmiare e ridurre al minimo il disagio.
2) è ovvio che un maggior controllo delle spese e degli appalti, magari fatti in modo centralizzato può portare ad un maggiore controllo della spesa.
3) la definizione di un tetto di spesa alle singole voci è importante. Non siamo ancora abituati a fare attenzione alla spesa come operatori. Un occhio alle singole voci e la consapevolezza del costo anche delle singole banali prestazioni a partire dall’utilizzo dei farmaci, comporterebbe un’ulteriore risparmio.
4) la diminuzione delle liste d’attesa non può che passare attraverso la gestione della domanda. Senza questo le liste si allungano e le prestazioni diventano inutili. Gestire la domanda significa identificare le priorità, le urgenze e definire in anticipo i controlli clinici nelle condizioni di cronicità nell’ambito della presa in carico. Ad esempio, una volta dimesso il paziente che non è guarito completamente e ha delle sequele occorre stabilire un percorso senza che il paziente debba ogni volta prenotarsi e chiedere prestazione che spesso sono non appropriate. Questo implica una modifica sostanziale dell’organizzazione del sistema in modo che la sanità non rimanga in attesa delle parsone da curare ma una sanità che una volta che conosce la persona con i suoi problemi di salute apre un canale a cui la persona si può rivolgere direttamente e dove le visite periodiche sono programmate dal sistema sanitario stesso. Quello che oggi succede troppo spesso è che la persona deve aspettare tempi lunghissimi per la visita pubblica e se vuole ottenere risposte rapide si rivolge al percorso privato.
5) l’ottimizzazione del lavoro e dell’utilizzazione delle tecnologie è un punto fondamentale. Il sotto utilizzo delle tecnologie nel pubblico è sotto gli occhi di tutti. Perché non sfruttare gli strumenti diagnostici per tutto l’arco della giornata fornendo opportuni compensi agli operatori ? L’acquisizione delle tecnologie dovrebbe essere anch’esso basato sull’appropriatezza e questo richiede una costante valutazione obiettiva delle tecnologie come succede nei principali paesi del mondo.
Vorrei chiudere con le parole di Cottarelli sulle privatizzazioni: “Di tutto ciò si può ragionare. Ma qualsiasi privatizzazione deve essere correlata da garanzie certe a tutela di coloro che non possono permettersi di sostenere il pagamento delle prestazioni sanitarie”. “Tendiamo a dimenticare, soprattutto noi economisti, che l’assistenza sanitaria è molto importante e va ben oltre il problema del finanziamento. E’ quindi importante che sia sempre garantita una rete sanitaria efficiente e sicura per tutti coloro che non possono pagare per la propria salute”
Articolo del quotidiano sanità